Ambra Sabatini è l’astro nascente dell’atletica paralimpica. La giovane campionessa è arrivata alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 dopo che, al Grand Prix di Dubai, ha conquistato il pass battendo il record del mondo di Martina Caironi (il suo idolo, come lei stessa ha dichiarato), facendo 14.59 nei 100 metri categoria T64. “Non me l’aspettavo”, dirà poi in seguito. Ripercorriamo la sua biografia.
La storia di Ambra Sabatini: “Mi sono aggrappata ai miei sogni”
Ambra Sabatini è nata a Livorno (Toscana) il 19 gennaio 2002. A 17 anni, insieme al padre, resta vittima di un incidente stradale nel quale ha la peggio: amputazione dell’arto sinistro fin sopra il ginocchio. “Abbiamo ruzzolato insieme io e Ambra – racconta il padre Ambrogio Sabatini, in una recente intervista in onda su RAIPLAY (la cui realizzazione è stata affidata al team di Ability Channel e voluta dal CIP) -. Ci siamo fermati e le sue gambe erano sopra le mie e purtroppo…”, “non c’è stato verso di salvare la mia gambetta”, conclude la stessa Ambra.
Dall’ospedale però la giovane è uscita con un forte interesse per il mondo paralimpico. Lei, che già praticava atletica prima dell’incidente, si è ritrovata a vivere questo sport “ancora più intensamente di quanto la vivessi prima, la disabilità non si sente”. E proprio sullo sport per disabili ha aggiunto che “lo sport è uguale per tutti, non dipende dal paralimpico o dal normodotato: quando sei in campo, conta la gara, conta la prestazione, contano le nuove amicizie che puoi fare. Infatti non è disabilità quando corro, è normalità (ride, ndr)”.
L’amore per lo sport le è stato trasmesso dal padre, mentre l’amore per il mondo paralimpico è nato in ospedale: “Ho guardato i video delle Paralimpiadi di Rio“, e da lì la giovane ha pensato che andasse la pena ricostruire tutto: “Mi sono messa a fare addominali e piegamenti” e nei momenti di sconforto “mi sono aggrappata ai miei sogni: uno di questi era ritornare a correre“.
Il suo allenatore Jacopo Biscarini ha solo parole dolci per la sua assistita: “È una fuoriclasse perché ha delle doti mai viste a nessuno, almeno delle persone con cui ho lavorato in generale. Bisogna mettere insieme tante componenti: quella mentale e quello che ti dice il cuore, e lei sa unire queste due componenti, ci sorprende sempre”.
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