Nella notte tra martedì 29 e mercoledì 30 ottobre 2024 un’alluvione si è abbattuta su Valencia, Albacete e Cuenca in Spagna, che finora (dopo le 19:00) ha registrato 95 morti. Il dato però, come riporta El Pais, è in continua crescita, anche perché vi sono ancora numerosi dispersi, la cui cifra resta ancora un incognita a causa degli estesi ed estremi danni, come ha dichiarato la ministra della Difesa Margarita Robles alla Hora 25.
Le immagini agghiaccianti che ci arrivano dalla Spagna raccontano di un Paese colpito profondamente, tanto che il governo spagnolo ha annunciato tre giorni di lutto e dichiarerà la zona altamente colpita dalla DANA – la protagonista di questa vicenda. Tra l’altro queste intense piogge hanno causato un forte blackout, tanto da lasciare al buio 115mila persone.
Durante la giornata di oggi, mercoledì 30 ottobre 2024, sono state registrate anche chiusure stradali e la sospensione del servizio ferroviario tra Madrid e la Comunità Valenciana, oltre allo stop al corridoio mediterraneo verso Barcellona. Nel mentre, la tempesta si è spostata verso sud: a Cadice l’allerta è passata da “rischio estremo” a “rischio significativo”, segno che la DANA sta diminuendo d’intensità.
“Non abbassiamo la guardia – ha dichiarato in una conferenza stampa il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez Pérez-Castejón -. Il Dana continua a provocare il caos. Non possiamo ancora concludere questo episodio devastante. È presente l’avviso arancione sia in Andalusia che nella Comunità Valenciana, in Aragona, in Castilla y León, in Catalogna, in Estremadura, in Navarra, a La Rioja e a Ceuta. Tutte queste comunità hanno un’allerta gialla, secondo l’ultimo aggiornamento dell’Agenzia meteorologica statale (Aemet). Per questo chiedo a coloro che vivono lì di prendere precauzioni estreme con tutte le misure di sicurezza”.
Alluvione Valencia: cos’è la DANA e la differenza con Gota frìa
DANA e Gota frìa non sono esattamente sinonimi. Sostanzialmente, come scrive Las Provincias, la DANA è la “Depresión aislada en niveles altos”, la depressione isolata ad alti livelli, mentre la Gota frìa, nota anche come “goccia fredda”, non indica uno specifico fenomeno atmosferico.
Più nel dettaglio, l’Agenzia meteorologica statale AEMET spiega che la “goccia fredda” è un termine che indica qualsiasi situazione meteorologica che comporta o può comportare piogge intense nella stagione autunnale e nell’area mediterranea. In pratica, è un termine colloquiale che può riguardare qualsiasi situazione meteorologica, che ha la possibilità di causare effetti disastrosi.
Invece la DANA è conosciuta come una “depressione chiusa in altezza che è stata isolata e separata completamente dalla circolazione associata al getto, e che si sposta indipendentemente da tale flusso arrivando, a volte, a essere stazionaria o anche retrograda”. In parole povere, riguarda una tempesta localizzata negli alti livelli dell’atmosfera e si muove secondo una circolazione ciclonica, staccata però dalla Gota frìa.
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Alluvione Valencia: come si forma la DANA in Spagna
Fin qui abbiamo compreso che DANA e Gota frìa si riferiscono a due entità distinte: DANA riguarda un fenomeno ben preciso, mentre la goccia fredda può essere inteso come un termine ombrello che può riguardare qualsiasi evento atmosferico specifico di questo periodo dell’anno.
Ma come si forma la DANA? In base a quanto scrive AEMET, la DANA emerge da una fascia di vento stabilita nella troposfera e nella bassa stratosfera. Questa fascia, dove l’aria è fredda, contiene getti polari o subtropicali, e talvolta questi getti possono isolarsi dal flusso originario: questa massa d’aria che si isola è proprio la DANA, e si porta a livelli più bassi, dando origine a intense precipitazioni e forti venti. Sostanzialmente, è una bolla di aria fredda a bassa pressione incontrollata e guidata dai getti.
Negli anni si è tentato di aggiungere l’acronimo DANA nel parlato quotidiano e giornalistico, ma non ha avuto molto fortuna: ancora oggi, sottolinea l’AEMET, si preferisce utilizzare il termine Gota frìa per indicare i fenomeni atmosferici violenti in riferimento ai temporali autunnali mediterranei. Nonostante però sia tecnicamente errato.
Di fatto Gota frìa non indica specificatamente fenomeni meteo violenti e dannosi, ma nel corso della storia spagnola questo termine è stato spesso usato per indicare le principali tragedie legate alle precipitazioni. Ad esempio, come scrive l’agenzia EFE, la DANA del 2024 ricorda il disastro del 1982, quando straripò il fiume Jùcar a Valenxia e cedette la diga del Tous, provocando 38 morti e l’evacuazione di 100mila persone.
Prima ancora però, nella notte tra il 25 e il 26 settembre 1962, nella regione catalana del Vallès Occidental, avvenne quella che è stata considerata la più grande catastrofe idrologica della Spagna: all’epoca caddero più di 200 litri per metro quadro di precipitazioni in tre ore, provocando un migliaio di vittime.
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Alluvione Valencia e DANA: cos’è successo in Spagna
La DAMA e la Gota Frìà sono eventi comuni in Spagna, ma quest’anno qualcosa è andato storto, poiché la violenza registrata nelle ultime ore è stata devastante. Adesso si pensa già alle cause di questo disastro, e l’ipotesi più accreditata indica le alte temperature registrate nel Mar Mediterraneo (3/4 gradi sopra la media).
Per colpa della superficie più calda del normale, il Mar Mediterraneo ha contribuito a creare un’aria calda e umida vicino al suolo. E quest’aria è venuta in contatto con la DAMA, dando origine a un’instabilità atmosferica che, come scrive Geopop, ha agevolato la nascita di violenti temporali autorigeneranti.
Qui l’aria è stata “risucchiata” dalle basse quote e salendo si è raffreddata più velocemente: in questo modo il vapore acqueo si è condensato verso l’alto, ma così ha finito per fornire “materiale” al temporale mentre l’acqua veniva scaricata al suolo. Così facendo, le piogge sono diventate più intense e lunghe. Addirittura tali temporali erano stazionari: le precipitazioni sono state intense e violente per ore e nella stessa zona.
Come spiega la meteorologa di eltiempo.es Mar Gómez a El Mundo, sono diversi i fattori da tenere in considerazione: “Nella situazione che abbiamo vissuto, la posizione statica del DANA e l’apporto di umidità del Mediterraneo si combinano con i venti da Est e le acque ancora calde del Mar Mediterraneo. Tutto questo, combinato con l’orografia e la pianificazione del territorio, ha portato alla drammatica situazione che abbiamo vissuto”.
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Alluvione Valencia: è tutta colpa del cambiamento climatico?
La DANA e la Gota frìa sono elementi comuni in Spagna, per cui associare la loro natura con quella della crisi climatica sarebbe erroneo. Invece è più corretto ipotizzare o affermare che la crisi climatica ha modificato l’intensità e la frequenza con cui le precipitazioni colpiscono il suolo. In particolare, la DANA del 2024 sarebbe stata fortemente influenzata dalla calda superficie del Mar Mediterraneo: un quadro molto simile visto le scorse settimane con l’Uragano Milton in Florida.
In base alle informazioni diffuse su X dall’Agenzia Meteorologica Statale, la DAMA di quest’anno è il danno “più grave” di questo XXI secolo nella Comunità Valenciana. Addirittura, i dati ci dicono che sono stati registrati 230 litri di precipitazioni 230 a Utiel , 201 a Turís, 140 a Carcaixent, 131 a Chelva e 119 a Barx.
Greenpeace ha spiegato che “il cambiamento climatico non sta solo riscaldando l’atmosfera, ma anche i mari. Le temperature eccessive del Mar Mediterraneo, sopra la media da aprile 2022, formano un cocktail terrificante, fungendo da riserva di energia e umidità per alimentare queste tempeste e renderle più intense e gravi, con maggiori precipitazioni”.
Oltre alla crisi climatica però, Greenpeace ricorda anche che l’alluvione a Valencia e dintorni è stata incrementata anche dalla gestione idrologica spagnola: “letti fluviali frammentati con molti ostacoli, zone alluvionali eccessivamente canalizzate e urbanizzate (più di un milione di case in Spagna sono costruite in zone alluvionali) aggravano l’impatto delle piogge torrenziali”.
La soluzione, secondo Greenpeace, è semplice: “È necessario applicare misure ambiziose per ridurre le emissioni e rallentare l’avanzata dei cambiamenti climatici. Questi episodi estremi ci dimostrano che la mancanza di ambizione climatica, le insufficienti riduzioni delle emissioni dei piani recentemente approvati, hanno conseguenze mortali”.
A El Mundo Jorge Olcina, esperto di climatologia ed ex presidente dell’Associazione dei geografi spagnoli (AGE), ha dichiarato che i DANAS sulle rive del Mediterraneo sono diventati un fenomeno meteorologico così pericoloso da essere paragonabili agli uragani tropicali.
El Pais rinforza la tesi della crisi climatica attraverso le parole degli esperti. “Senza dubbio questi acquazzoni esplosivi si sono intensificati con il cambiamento climatico”, ha affermato Friederike Otto, direttrice della World Weather Attribution. E “con ogni frazione di grado di riscaldamento” causato dai combustibili fossili, continua la direttrice, “l’atmosfera può trattenere più umidità, provocando esplosioni di pioggia più intense”.
Si tratta di uno scenario che è stato già ampiamente descritto con gli uragani Helena e Milton, che hanno recentemente colpito gli Stati Uniti d’America. In particolare, nel caso di Milton, il Climate Central aveva spiegato su X che l’uragano aveva subìto un’intensificazione estremamente rapida, con un aumento della velocità massima del vento sostenuto di 90 mph in sole 25 ore.
Un’intensità che non può essere spiegata semplicemente come variazione naturale degli agenti atmosferici. Una ricerca su Nature infatti scriveva che la crisi climatica è l’unica causa che può spiegare questo aumento rapido d’intensità delle tempeste. Nel caso di Milton, la temperature delle acque del Golfo sono aumentate centinaia di volte a causa della crisi climatica.
Sostanzialmente, gli eventi atmosferici sono più duri e violenti rispetto al passato, e ciò è dipeso da un aumento delle temperature globali: più l’acqua è calda, più l’atmosfera si scalda e può aumentare l’umidità. In questo modo, le tempeste possono scaricare enormi quantità di pioggia al suolo, per diverse ore e nella stessa zona, causando enormi disastri.
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