L’alluvione in Emilia-Romagna ha messo in risalto numerose criticità che la nostra società deve affrontare: crisi climatica, urbanizzazione incontrollata e sfruttamento del suolo sono solo alcuni dei temi emersi in questa settimana.
Restando alla cronaca stretta però, i danni sono devastanti in base a quanto scrive ilSole24ore, sono 43 i Comuni coinvolti dagli allagamenti, 26mila le persone evacuate (finora), 23 i fiumi esondati e danni per almeno 5 miliardi di euro.
Dietro ai numeri però ci sono le storie, come quella di Anffas Faenza, vittima anch’essa della furia incontrollata della natura. L’alluvione in Emilia-Romagna ha fatto danni anche qui, e solo oggi i responsabili della struttura sono potuti rientrare all’interno del locale per controllare lo stato della sede.
Alluvione Emilia-Romagna, Anffass Faenza: “Dobbiamo ricominciare da zero”
Grazie ai video concessi dalla presidente di Anffas Faenza, Nives Baldoni, siamo entrati nella sede del laboratorio ricettivo per persone con disabilità , che da mercoledì è inagibile a causa dell’alluvione in Emilia-Romagna. Le immagini sono impressionanti: la devastazione regna sovrana, quasi nulla si è salvato dalla furia incontrollata dell’acqua.
“Solo oggi abbiamo avuto il permesso di poter entrare – ci racconta al telefono Baldoni -. La cifra dei danni? In questo momento assolutamente inquantificabile. Quando cominciano a sparire mobili, decine di scrivanie, tavoli, sedie, tre postazioni pc… questo sono decine di migliaia di euro di danni, tutto il materiale didattico, il frigorifero, la cucina a gas”.
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Un conto molto salato che, probabilmente, rischia di aumentare: “Noi abbiamo un pulmino, anche questo è stato sommerso, dobbiamo ancora verificare se è funzionante. Se abbiamo perso anche il pulmino a quel punto lì le cifre vanno alle stelle. Riacquistare un mezzo di trasporto di persone con disabilità sono dai 50mila euro in su“.
Fortunatamente gli utenti con disabilità accolti dalla struttura stanno bene, ma adesso Anffas Faenza dovrà cercare un’altra sede, visto che al momento è difficile ipotizzare la riapertura della struttura in tempi brevi. “Qualcuno si è attivato per darci eventualmente ospitalità – ci confida la presidente -. Forse saremo ospiti per un po’ di tempo presso qualche altro luogo che stiamo valutando”.
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