L'Eurovision Song Contest ha dato a tutti la possibilità di esibirsi sul proprio palco? Sì, ma i risultati artistici sono stati deludenti
Dal 7 maggio 2024 torna l’Eurovision Song Contest, una manifestazione canora internazionale che riunisce svariati artisti da tantissimi Paesi, permettendo a tante culture, sonorità e storie di incontrarsi tra loro. Metaforicamente però, resta una battaglia per conquistare il titolo di migliore canzone europea.
Si tratta di un contesto spettacolare, e mediaticamente parlando è un megafono prestigioso e straordinario per chiunque. Chiunque, appunto, nessuno escluso: anche quando si tratta di artisti con disabilità.
Perché sì, all’Eurovision Song Contest hanno partecipato artisti che presentavano una disabilità, i cui brani però non sempre hanno ottenuto un largo consenso di critica e pubblico. Attenzione, però: non vogliamo cercare cantanti in quanto rappresentanti della disabilità, ma analizzare se l’Eurovision Song Contest è un palcoscenico aperto veramente a tutti.
Leggi anche: Eurovision Song Contest: l’elenco dei vincitori (e se l’Italia ha mai vinto)
Molto probabilmente il primo artista con disabilità a esser salito sul palco dell’Eurovision è stato Serafin Zubiri, classe 1964, nato a Pamplona, che nel 1992 ha rappresentato la Spagna con il brano “Todo esto es la música“. Ma non è stata l’unica apparizione per il pianista cieco, in quanto nel 2000 ha replicato la sua partecipazione, quella volta però con la canzone “Colgado de un sueño“.
Entrambe le partecipazioni però non andarono a buon fine: nel 1992 si classificò in 14esima posizione, mentre nel 2000 peggiorò, arrivando 18esimo. In linea generale è comunque conosciuto per lo più per aver firmato la colonna sonora del film Disney “La Bella e la Bestia“.
Dopo la prima apparizione di Zubiri, un altro artista cieco che salì sul palco dell’Eurovision fu Csaba Szigeti. Di lui si hanno pochissime informazioni: l’edizione della kermesse europea del 1995, alla quale prese parte, resta la sua più grande impresa artistica, arrivando 22esimo con il brano “Ùj nèv egy règi hàz falàn“, rappresentando l’Ungheria. Oggi sembra comporre brani per altri colleghi, oltre ad aver aperto un suo canale Youtube. In patria è conosciuto per aver fondato la band “Snatch“.
Neanche un anno dopo dall’apparizione di Szigeti, ecco che un altro artista cieco fa capolino sul palco dell’Eurovision Song Contest, stavolta nell’edizione del 1996. Si chiama George Nussbaumer, classe 1963, nato a Dornbirn e cieco dalla nascita.
Proprio in quell’anno Nussbaumer ottenne una discreta fama europea, piazzandosi al decimo posto della kermesse con il brano dialettale “Weil’s dr guat got“, rappresentando l’Austria. All’epoca era il miglior piazzamento ottenuto da un artista con disabilità. È stato anche un conduttore radiofonico e ha prestato la sua voce per la stazione radiofonica per la quale lavorava, Antenne Vorarlberg.
Finora l’Eurovision Song Contest si è dimostrato abbastanza inclusivo, dando l’opportunità a tutti gli artisti di gareggiare nella propria manifestazione, indipendentemente dalla presenza o meno di una disabilità. Tuttavia la prima artista disabile, in questo caso cieca, a gareggiare nella kermesse europea arriverà solo nel 2002.
Stiamo parlando di Corinna May, classe 1970, nata a Brema, artista pop e jazz, cieca dalla nascita, che ha rappresentato la Germania con il brano “I can’t Live Without Music”. Tuttavia la sua apparizione non ha ottenuto un ampio consenso, visto che si è classificata al 21esimo posto su 24 disponibili.
Dopo May, arrivò Diana Gudaevna Gurtskaya, una cantante cieca georgiana classe 1978 nata a Sukhumi. La sua storia è particolare, in quanto da piccola scappò con la famiglia dalla guerra georgiano-abcasa per rifugiarsi a Mosca, in Russia.
Qui inizierà a studiare musica e, anni dopo, precisamente nel 2008, rappresenterà la Georgia all’Eurovision Song Contest con il brano “Peace will come”, conquistando l’11esimo posto. In Italia quasi sicuramente viene ricordata perché qualche anno fa, precisamente nel 2019, ha duettato con Al Bano nel brano “Bambini”.
Poi venne l’Eurovision Song Contest 2015, che da molti viene ricordata come l’edizione più inclusiva di sempre, visto che il palcoscenico venne calcato da numerosi artisti con disabilità.
A cominciare da Monica Kuszyńska, cantante e cantautrice della Polonia, classe 1980 e nata a Lodz, la prima artista in carrozzina sul palco di questa kermesse europea. Si presentò con il brano “In the name of love”, classificandosi però solamente al 23esimo posto.
Kuszyńska, che ancora oggi di lavoro fa l’artista, si era già fatta notare in patria negli anni Duemila come voce della pop rock band Varius Manx. Tuttavia il 28 giugno 2006 resta coinvolta in un gravissimo incidente stradale, riportando una paralisi agli arti inferiori. Da quel momento si dedica alla promozione dello sport per le persone con disabilità e nel febbraio 2013 riceve la Croce al merito dall’allora presidente polacco Bronisław Komorowski.
Non solo carrozzine, ma l’Eurovision Song Contest 2015 diede spazio ad artisti che presentavano disabilità diverse tra loro. Per fare un altro esempio, a quell’edizione partecipò anche il duo Electro Velvet, in rappresentanza del Regno Unito con il brano “Still in love with you”, che non riuscì però a ottenere un grande risultato: 24esimo posto su 27 disponibili.
Il duo, che oggi sembra aver cessato la propria attività, era composto da Alex Larke, frontman della tribute band dei Rolling Stones, The Rolling Clones, che nel 2023 ha ricevuto una diagnosi di artrite reumatoide, e Bianca Nicholas, artista con fibrosi cistica che si era fatta conoscere per le sue partecipazioni a The X Factor e The Voice UK, oltre a essere apparsa nella pellicola cinematografica Sleepy Hollow nel 1999.
E per non farci mancare niente, l’Eurovision 2015 ha lasciato il microfono anche ad artisti con disabilità intellettiva, in particolare con Sindrome di Down e autismo. Stiamo parlando dei PKN, acronimo di Pertti Kurikan Nimipäivät, un gruppo punk della Finlandia attivo dal 2009 fino al 2016, anno in cui ha cessato la propria attività artistica.
Prima della fine però, la band calcò il prestigioso palco europeo con il brano “Aina Mun Pitää“, che non riuscì a superare la prima semifinale, in quanto si classificò all’ultimo posto. Il gruppo era formato da Pertti Kurikka (chitarra, composizioni, testi), Kari Aalto (voce, testi), Sami Helle (basso) e Toni Välitalo (batteria).
Curiosa è la nascita di questa band. Pekka Karjalainen, un famoso regista finlandese, voleva un gruppo musicale composto esclusivamente da persone con disabilità intellettiva all’interno del suo film Vähä austätä. Così l’associazione Lythy di Konala (Helsinki) ne creò una dal niente, i PNK appunto, che nel corso della loro storia ebbe come manager e arrangiatore musicale l’istruttore con disabilità Kalle Pajamaa.
La più recente artista con disabilità che salì sul palcoscenico dell’Eurovision Song Conste è Julija Olegovna Samojlova, cantane russa classe 1989, con atrofia muscolare spinale, che in realtà avrebbe potuto partecipare a due edizioni della kermesse europea, ma le fu negata la doppietta.
Di fatto nel 2017 aveva ottenuto la possibilità di rappresentare la Russia all’Eurovision del 2017 con il brano “Flame is burning“, ma l’Ucraina (l’allora Paese ospitante) le vietò la partecipazione in quanto in passato aveva attraversato illegalmente il confine ucraino per esibirsi in Crimea. L’artista riuscì comunque a prendere parte all’edizione dell’anno successivo, con la canzone “I won’t break“, non riuscendo però a superare la prima semifinale. In molti la ricordano per aver aperto le XI Paralimpiadi Invernali di Sochi 2014.
Ultima modifica: 13/05/2024