L’allergia al polline fa parte dell’insieme delle allergie primaverili o stagionali, ed è una delle sfide più comuni da affrontare in tema di salute pubblica, soprattutto tra i mesi di marzo e maggio, quando la concentrazione del polline nell’aria diventa molto alta. In questo approfondimento esploreremo più da vicino di cosa si tratta, che sintomi dà, cosa la causa e se esistono rimedi per mitigare la sua comparsa.
Che cos’è un’allergia?
Un’allergia è una risposta ipersensibili e anomala del nostro sistema immunitario contro gli allergeni (come polvere, muffe e, appunto, pollini), agenti esterni che sono generalmente innocui per la nostra salute, ma che in alcuni casi possono scatenare sintomi molto fastidiosi.
Nel dettaglio, il nostro organismo inizia improvvisamente a produrre anticorpi contro sostanze che non sono pericolose per la nostra vita. La manifestazione della stessa allergia dipende dalla sua natura, ma generalmente colpisce la pelle, gli occhi, i polmoni e il naso.
Che cos’è l’allergia al polline?
L’allergia al polline indica una risposta immunitaria anomala contro il polline, uno degli allergeni più comuni, ed ha carattere stagionale, cioè si ripresenta principalmente durante la fioritura delle piante e in determinate aree geografiche. Insomma, dipende molto dalla stagionalità e dal ciclo delle piante che emettono le diverse tipologie di polline. Gli effetti di questa allergia non sono pericolosi, ma possiamo riconoscere riniti allergiche (nota anche come febbre da fieno) o al massimo attacchi d’asma.
Quali sono i sintomi dell’allergia al polline?
Come detto precedentemente, i sintomi di un’allergia possono manifestarsi in diversi modi: nel caso del polline, possono riguardare occhi, vie aeree e cute. Questo perché l’allergia al polline può manifestarsi attraverso l’inalazione del polline, l’ingestione o il contatto sulla pelle o sulle mucose.
Insomma, i segni possono manifestarsi in vari modi. Se riguarda la pelle, abbiamo orticaria e dermatiti. Se invece sono colpiti gli occhi, abbiamo lacrimazione, congiuntivite e maggiore sensibilità alla luce. Se invece influiscono sulle vie aeree, emergono starnuti, rinite, congestione nasale, asma, prurito al naso e al palato, mancanza d’aria e tosse.
Possono manifestarsi anche cefalea, malessere generale, difficoltà di concentrazione e stanchezza. In alcuni casi le difficoltà respiratorie possono provocare anche shock anafilattico, con perdita di coscienza e rischio di morte. Ma, come sottolinea l’Istituto Superiore di Sanità, sono casi rari.
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Come si fa a capire se sei allergico al polline?
Diagnosticare l’allergia al polline è abbastanza semplice, in quanto esistono alcuni test che possono aiutare un professionista a identificarla. Bisogna fare una visita specialistica allergologica e sottoporsi ad esami del sangue (per conoscere la quantità degli anticorpi presenti nel sangue) o a test cutanei detti anche allergometrici (come il prick test), che generalmente consistono nell’iniettare un lembo di pelle in diversi tipi di allergeni, osservando quindi quando avviene la risposta infiammatoria.
Cosa fare per le allergie al polline?
Prima di prendere qualsiasi decisione terapeutica, bisogna rivolgersi al proprio medico curante oppure a uno specialista, le uniche figure deputate a indicare un trattamento idoneo basato sul paziente.
In generale, l’allergia da polline può essere affrontata con l’aiuto di un antistaminico in forma di pillola o spray nasale. Un rimedio naturale invece consiste nell’inalare vapore da una pentola riempita con acqua calda.
Ci sono poi altri rimedi casalinghi che possono aiutarci a prevenire un attacco allergico, come i risciacqui nasali, pulire regolarmente la propria casa, utilizzare l’aria condizionata sia in casa che in auto, lavare i vestiti appena si è rientrati in casa e asciugare i vestiti nell’asciugatrice invece che all’aperto.
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