Prevenire è meglio che curare, ed in ambito di alimentazione non esiste una realtà più vera. Quante volte ci è capitato di sentir parlare di quanto un’alimentazione sana ci aiuti a prevenire determinate condizioni patologiche ed anche alcune forme di disabilità? Proprio di questo abbiamo voluto parlare con la Dott.ssa Arianna Parisio, biologa e nutrizionista di professione.
Arianna Parisio
Dopo aver conseguito la laurea presso l’Università di Parma in Scienze Biologiche si specializza in Scienza dell’alimentazione e nutrizione all’Università Statale di Milano. Frequenta poi una serie di master e corsi di specializzazione approfondendo vari temi e argomenti delle scienze alimentari ed attualmente, oltre alle varie attività di natura libero professionale e di educazione alimentare, collabora con la sede della Croce Rossa di Monterosi (VT) come nutrizionista.
“Fin da ragazza – racconta Arianna Parisio – anche per vicissitudini personali mi sono resa conto che una corretta alimentazione è legata a doppio filo con il benessere psicofisico. Poi negli anni studiando, andando avanti, approfondendo l’argomento mi sono veramente resa conto che siamo quello che mangiamo e che la corretta alimentazione è fondamentale per avere una vita lunga, sana e felice e per prevenire quelle che possono essere delle disabilità o delle patologie gravissime”.
Alimentazione e disabilità
Se pensiamo all’ictus, che comunque porta ad una disabilità gravissima, tutte le malattie cardiache sono tutte causate da un’alimentazione scorretta con un eccessivo uso di grassi, pensiamo al colesterolo alto, ai trigliceridi alti, che si depositano sulle arterie o sulla circonferenza dell’addome…
Acido folico e spina bifida
Tra le disabilità causate da una scorretta alimentazione – spiega Arianna Parisio – c’è ad esempio la spina bifida che si può prevenire da prima della gravidanza in modo semplicissimo, assumendo l’acido folico, una vitamina che si trova comunemente in tutte le verdure verdi a foglia larga, quindi con una corretta alimentazione si può evitare questa patologia gravissima del feto e del bambino. Magari in gravidanza, visto l’aumentato fabbisogno di acido folico non basta semplicemente assumere le verdure a foglia larga ma è consigliabile prendere qualche integratore che comunque tutti i ginecologi prescrivono. Se una donna che ha intenzione di portare avanti una gravidanza sin da prima si prepara delle belle insalatone di spinaci e verdure a foglia larga farebbe assolutamente un’ottima prevenzione”.
Il diabete
Il diabete è una patologia gravissima; anche quella porta a notevole disabilità perché può portare alla cecità, difficoltà nel camminare, può portare a tantissime complicazioni il diabete, non è solo zucchero nel sangue…è direttamente correlato, mangio troppi zuccheri, ho il diabete, semplicissimo…
Le proteine animali e le malattie neurodegenerative
“La correlazione diretta del consumo eccessivo di proteine animali, soprattutto quelle della carne, e malattie neurodegenerative come ad esempio la Sla…diciamo che può esserci una predisposizione genetica, una predisposizione ambientale, ci possono essere vari fattori scatenanti, ma tra essi deve essere considerata anche l’alimentazione. Da appurare se è l’eccesso di proteine della carne o i metodi di cottura sbagliati, le tossine che ne possono derivare…francamente gli studi sono ancora in alto mare…”
Le proteine del latte
“Ci sono stati degli studi, che non sono stati ancora approfonditi, che probabilmente presto lo saranno, di grossi miglioramenti in bambini iperattivi a cui venivano tolte le proteine del latte: di questi bambini migliorava sia la scrittura che il comportamento. L’eccesso di metalli che si depositano sulle membrane dei neuroni può causare malattie neurodegenerative…quando si parla di metalli si parla soprattutto di alluminio, pensiamo al domopak che usiamo tutti ogni giorno…ci sale un pochino d’ansia…però anche questi sono studi che devono essere ancora dimostrati”.
La celiachia
“L’intolleranza al glutine o celiachia anche questa è una disabilità legata all’alimentazione, cioè all’assunzione di glutine. Sicuramente il grano, il pane, la pasta che noi che mangiamo oggi non sono quelli che mangiavano i nostri nonni perché sono stati comunque ibridati, cambiati, sono più ricchi di glutine, sono così perché sono stati modificati per facilitare le coltivazioni, per creare meno problemi all’agricoltura o a chi doveva panificare. Però questo ha creato dei problemi, il numero di persone celiache, ma non esistono solo le persone celiache, esistono anche quelle che hanno un’intolleranza al glutine non celiache che hanno ancora più problemi in realtà…sono in fortissimo aumento…”
“La cosa più importante – conclude Arianna Parisio – è variare il più possibile la nostra alimentazione quotidianamente. E’ impossibile non sbagliare o non commettere errori con quello che si mangia o non fare eccezioni o trasgressioni, però più cambiamo, più riduciamo l’errore; se mangiamo tutti i giorni la stessa cosa prima o poi quella cosa ci farà male. Più abbiamo la dieta variata, più cerchiamo di seguire la stagionalità, più non mangiamo sempre le stesse cose, più riduciamo il rischio…”
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