Scopri quali sono la cause dell'albinismo, i sintomi, le terapie, le associazioni a cui puoi rivolgerti. Come vivere con l'albinismo?
L’Albinismo (la parola deriva dal latino albus e significa “bianco”) è un’anomalia genetica caratterizzata dalla completa o parziale carenza di pigmentazione melaninica nella pelle, nell’iride e nella coroide, nei peli e nei capelli.
In genere chi viene colpito da questa malattia presenta disturbi alla vista ed ha una predisposizione per i tumori della pelle. La forma “classica” colpisce maschi e femmine con la stessa frequenza. In Italia le persone albine sono tra le 2.500 e le 5.000.
L’albinismo è una condizione che deriva da una mutazione genetica che si verifica in seguito all’incrocio di due individui portatori di geni albini. La modalità di trasmissione della malattia è autosomica recessiva e pertanto si manifesta soltanto in soggetti omozigoti per albinismo (due genitori portatori sani hanno in media il 25% di probabilità di avere un figlio albino). Il fenomeno può presentarsi inoltre non solo nell’uomo ma anche negli animali.
Esistono varie forme di albinismo, anche perché non sempre la malattia coinvolge tutto il corpo, ma a volte solo alcune parti (la produzione di melanina in questo caso non è del tutto assente ma comunque ridotta rispetto alla norma):
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Oltre a presentare una pelle color bianco-cereo, capelli, ciglia, sopracciglia e peli sempre bianchi e con l’iride rosa, le persone albine possono, in alcuni casi, presentare altri disturbi come problemi alla vista, epilessia, nanismo, sordomutismo o altre anomalie.
La causa dell’albinismo è da ricercare nel difetto della sintesi della melanina, pigmento prodotto di melanociti (cellule dell’epidermide) che determinato il colore della pelle. Se la melanina è assente o è in quantità ridotte rispetto al normale, l’organismo presenterà alterazioni dell’occhio e della vista.
Quando parliamo delle cause dell’albinismo, dobbiamo riferirci alla mutazione di uno dei circa 17/18 geni (finora individuati) che contengono le informazioni atte a produrre tale pigmento. Basta che uno di questi geni sia difettoso per non avere quantità di melanina sufficienti.
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L’eccessiva sensibilità alla luce degli albini comporta una diminuzione d’intensità visiva, mentre la carenza di melanina a livello cutaneo comporta un’alterazione della stessa con invecchiamento prematuro e rischio di possibili tumori.
Essere privi di melanina significa non avere la possibilità di esporsi al sole nemmeno per brevi periodi, poiché il rischio è quello di riportare forti scottature ed eritemi solari. La melanina oltre a dare colore alla pelle infatti, ha anche l’importante compito di proteggerla dai raggi ultravioletti del sole.
Una nuova molecola potrebbe eliminare gli effetti dell’Albinismo oculocutaneo: è allo studio infatti il nitisone, una molecola che dovrebbe curare le persone affette da questa forma di albinismo che comporta, oltre alla pigmentazione chiara di pelle e capelli, anche un deficit di melanina nella retina e quindi gravi problemi della vista.
Uno studio condotto con i topi di laboratorio ha verificato che il farmaco riesce ad aumentare la quantità di melanina negli occhi dei soggetti dopo un mese di trattamento. Si attendono ora i risultati della sperimentazione sull’uomo.
In Italia ci sono più centri di rilevanza ai quali potersi rivolgere per avere una diagnosi di albinismo e delle possibili cure. Tra questi ci sono l’Istituto di Clinica Dermatologica del Policlinico Gemelli e l’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano.
All’interno del percorso diagnostico, come prima cosa il paziente viene sottoposto ad una visita clinica e strumentale presso l’Oculistica Pediatrica per l’identificazione dei segni clinici caratteristici della patologia e per la prescrizione terapeutica; segue poi la visita dal dermatologo con mappatura dei nei.
Dopo la valutazione della capacità uditiva mediante le tecniche più opportune rapportate all’età del malato, viene effettuata la consulenza genetica e la firma del consenso informato al test molecolare.
Di fondamentale importanza è l’analisi dei principali geni coinvolti nella patologia: i campioni raccolti vengono sottoposti al test di aggregazione piastrinica per la diagnosi differenziale della Sindrome di Hermansky-Pudlak.
Gli esami effettuati non sono invasivi, ad eccezione di un prelievo ematico per l’analisi molecolare e il test di aggregazione piastrinica.
Per fortuna oggi le persone albine possono godere di uno stato di salute normale, avere uno sviluppo intellettuale nella norma e condurre una vita regolare. La perdita di pigmento nella pelle, nei capelli e negli occhi non comporta danni né al sistema nervoso, né agli organi e apparati del corpo.
Anche la durata di vita rientra nella norma. L’ignoranza e il pregiudizio invece, rappresentano un serio problema alle persone affette da Albinismo al punto tale da influenzare la loro esistenza.
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Ultima modifica: 09/11/2020