Tommaso Silvestri, nato a Trevignano Romano il 2 aprile 1744, fu nella sua vita diverse cose, ma soprattutto fu il primo educatore italiano dei sordomuti. All’Abate Silvestri va il merito di aver fondato l’Istituto Statale per Sordi di Roma, la prima scuola per sordi in Italia: è lui il padre della LIS, la Lingua Italiana dei Segni.
La vita
Secondo di dieci figli e diventato abate nel 1767 a soli 23 anni, poco dopo Tommaso è Cappellano della Chiesa locale di Santa Caterina.
Animo nobile e caritatevole, curioso e voglioso di aiutare gli altri, l’interesse di Tommaso nei confronti dell’educazione delle persone sordomute nacque in seguito ai racconti di un suo amico, Pasquale Di Pietro, al tempo Rettore dell’Università La Sapienza di Roma e che era in contatto con l’Abate de l’Epée di Parigi, il grande educatore di sordomuti che fondò in Francia nel 1770 la prima scuola pubblica a loro riservata.
Con il tempo in Tommaso cominciò a farsi largo l’idea di voler seguire le orme dell’Abate de l’Epée e quindi di istituire, anche in Italia, una scuola di questo tipo. Così, grazie all’aiuto economico dell’amico Pasquale decise di partire alla volta di Parigi.
L’Istituto Statale per Sordi di Roma
Dopo una permanenza di sei mesi presso l’Istituto dell’abate francese Tommaso fece ritorno a Roma dove, nel 1775, fondò l’Istituto Statale per Sordi di Roma, esistente ancora oggi.
Il metodo d’insegnamento orale usato da Silvestri non era perfettamente in linea con quello impiegato da de l’Epée che invece era strutturato su più fronti (mimico-gestuale, grafico-visivo), ma diede comunque dei buoni risultati. Silvestri si basava infatti sullo studio dell’articolazione e della lettura labiale con l’aiuto dei segni come mezzo primario di comunicazione.
La scuola fondata dall’abate Silvestri, data la sua unicità, cominciò ad essere frequentata non soltanto dagli studenti ma anche da ospiti illustri che, volendo seguire l’esempio del priore italiano, avevano intenzione di fondare delle proprie scuole in altre parti d’Italia.
I primi alunni
I primi alunni della scuola, sita in Via Barbieri 6 a Roma (e precisamente nell’abitazione di Pasquale Di Pietro), furono 8 e di diverse età.
Il metodo usato da Silvestri prevedeva l’uso dei segni, della scrittura e della parola per istruire i sordi ed insegnar loro a parlare.
I primi educatori
Le prime notizie circa l’educazione dei sordi risalgono a Pedro Ponce de Leon, un monaco benedettino del 1500 che per primo introdusse una sorta di alfabeto manuale in cui ad ogni lettera dell’alfabeto corrispondeva una determinata posizione delle mani.
In Francia invece fu l’Abate de l’Epée a fondare la prima scuola pubblica per sordi, nel 1770. Il metodo di de l’Epée, in seguito perfezionato dall’abate Sicard, si basava molto sui gesti già impiegati dai suoi alunni ai quali aggiunse una serie di segni che designassero invece gli elementi grammaticali.
Nel 1817 nasce ad Hartford, in Connecticut, la prima scuola per sordi americana grazie all’impegno del religioso .
Le opere
Gli scritti sui metodi d’insegnamento per sordomuti, che dovevano essere pubblicati, non furono mai completati a causa della morte prematura dell’abate, così come il trattato “Della maniera di far parlare e istruire speditamente i sordi – e muti di nascita”, datato 1775 ma che venne ritrovato solo un secolo dopo da un suo successore che decise di pubblicarlo con il titolo “L’arte di far parlare i sordomuti dalla nascita e l’abbate Tommaso Silvestri“.
L’opera affrontava l’argomento dell’educazione con la parola viva (orale) in base al metodo di Amman, uno dei padri dell’oralismo in Italia.
Papa Giovanni Paolo II
Tommaso Silvestri morì nel suo paese natale il 7 settembre 1789 e fu seppellito nella Chiesa di Santa Caterina di Trevignano, dove era stato Cappellano.
Un “segno” importante, quello lasciato dall’Abate Silvestri tanto che nel settembre 1989, in occasione del bicentenario della sua morte, Papa Giovanni Paolo II ha partecipato ai festeggiamenti per la sua commemorazione con i sordi italiani.