Nel film Rai "A muso duro" ci sono veri e propri atleti paralimpici in veste di attori. Tra loro c'è Eleonora Sarti, che abbiamo intervistato
Il 16 maggio 2022 andrà in onda su Rai 1 alle 21:25 “A muso duro“, film sulla storia di Antonio Maglio. Diretto da Marco Pontecorvo e interpretato da Flavio Insinna, la pellicola racconta la storia del dottore e dirigente dell’INAIL che ha avuto un ruolo importante nella storia dello sport paralimpico e della promozione dei Giochi Paralimpici a Roma nel 1960.
Oltre ai principali interpreti, l’opera ha visto la collaborazione attoriale di 6 atleti paralimpici, tra cui la nostra Eleonora Sarti, atleta classe ’86 che si è contraddistinta per tanti anni nel basket in carrozzina, per poi passare al tiro con l’arco. Vista l’imminente uscita, l’abbiamo chiamata per farci raccontare qualcosa sul film.
Ciao Eleonora, cominciamo con una curiosità: dove è stato girato il tv-movie?
“A Roma allo Stadio dei Marmi, al campo di atletica Alfredo Berra dell’Università Roma Tre e a Ostia per la ricostruzione del centro di riabilitazione Villa Marina e il campo di basket”.
Com’è stato il rapporto con gli altri ragazzi del cast e attori principali?
“All’inizio, prima delle riprese, abbiamo fatto allenamenti sulle carrozzine da basket e questo ha dato la possibilità a tutti di entrare in sintonia. Non c’era distinzione, eravamo tutti uguali! Al contrario di quello che mi capita solitamente, le domande per approfondire i vari aspetti della disabilità sono state fatte dopo.
La mattina arrivavamo presto sul set ma non c’era nessuna forzatura, il tutto era un lavoro e non una condizione. Il clima era sereno e ci siamo aiutati reciprocamente nei ruoli. Loro ci chiedevano consigli su come muoversi e noi su come recitare. Lo stesso Insinna era coinvolto e coinvolgente.”
Realizzare un film sulla nascita delle Paralimpiadi è importante?
“Sì certo. Quando ho ricevuto la sinossi ho subito scritto alla produzione dicendo che mi sarebbe piaciuto partecipare e che mi complimentavo per il tema scelto. Questo perché dopo le Paralimpiadi, che avvengono ogni 4 anni, le luci della ribalta si spengono, si affievoliscono e solo qualche atleta di spicco riesce a rimanere in evidenza. Ed essere considerati dei supereroi a me non piace, non è il modo migliore per raccontare lo sport paralimpico e soprattutto l’atleta paralimpico, che ha una vita normale come tutti. Le famiglie di bambini con disabilità subiscono l’effetto contrario, si sentono intimoriti, vedono lo sport paralimpico come qualcosa di irraggiungibile. È importante invece raccontare dell’impegno, dei sacrifici, della fatica, che sono gli stessi degli atleti normodotati, che è possibile gareggiare insieme a loro (Eleonora ha gareggiato anche nella nazionale di tiro con l’arco normodotati, ndr). Io l’ho provato su di me, lo sport mi ha aiutata tantissimo ad accettare la disabilità, ad accettare le difficoltà a capire che non ero la sola. Quando ho fatto basket, la condivisione negli spogliatoi delle difficoltà, vedere come risolverle, mi ha fatto crescere e mi ha stimolata tantissimo.”
Che ne pensi della diffusione sui canali nazionali e in prima serata del film?
“In genere tutti i programmi che parlano della disabilità o di ciò che non è normale o che non è esteticamente perfetto vengono traslati in seconda serata o su canali meno conosciuti e quindi non sono visti. Spero che con la diffusione su RAI1 in prima serata questo film lasci nelle persone qualcosa. Soprattutto perché le prime Paralimpiadi sono state disputate qui in Italia, e l’Italia ancora oggi ha bisogno di essere spronata nell’accettazione di questo mondo”.
L’anteprima del film come ti è sembrata?
“Emozionante, rispettoso, ha toccato molti temi ma l’ha fatto con rispetto.
Non era facile per persone senza disabilità raccontare storie di persone con disabilità; ha fatto vedere cose vere, quasi da toccare con mano.
Ci siamo emozionati in molti, anche la signora Maria Stella Maglio.”
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Al centro del film Rai dal titolo “A muso duro” c’è la storia di Antonio Maglio, medico e dirigente INAIL che grazie al suo contributo ha dato alla luce alle prime Paralimpiadi della storia. Un lavoro portato avanti dopo aver approfondito il tema dello sport come strumento riabilitativo per le persone con paraplegia, lavoro portato avanti nella struttura di Villa Marina, storico centro riabilitativo di Ostia (Roma).
Insomma, il film racconta la storia di una persona realmente esistita, nata l’8 luglio 1912 a Il Cairo (Egitto) e morta il 7 gennaio 1988 a Roma. Il suo contributo per la nascita dei Giochi paralimpici è stato fondamentale, tuttavia va ricordato che le sue opere hanno trovato una base florida nelle ricerche e nel lavoro portati avanti dal neurologo Ludwig Guttmann, che viene ricordato come il creatore della sporterapia e degli sport per le persone con disabilità.
Tra le frasi più famose di Antonio Maglio, ci teniamo a citare la seguente: “Un invalido modernamente inteso, cioè sufficientemente riabilitato nel corpo e nello spirito, e possibilmente reinserito in un’attività produttiva, non deve suscitare compassione e non ha bisogno della pietà di nessuno”.
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Ultima modifica: 16/05/2022